domenica 23 settembre 2012

quella volta che mi venne la malsana idea di correre



Io stamattina sono andata a correre. No dico, a correre.  Mia sorella va a correre da circa 3 mesi quasi tutte le mattine e ieri sera con un cornetto alla nutella sullo stomaco e i sensi di colpa in pancia tasca ho fatto l’insana  richiesta:

“domani mattina posso venire con te?”

Vi lascio immaginare lo sgomento generale,  l’ammutolimento improvviso dei presenti che hanno girato le loro teste verso di me con sguardo perplesso.  Con fare sconcertato mi ha detto “si”.

Stamattina alle 6 volevo morire. Ero lì avvolta nelle mie coperte con la temperatura ideale, quella temperatura che neanche se pagassero con tutti gli  ori  di eldorado  ti alzeresti dal letto una volta che è raggiunta e mi stavo giustappunto maledicendo, perché fuori la mattina è FREDDO.

Non ascoltate i corridori mattinieri accaniti, che definiscono l'aria mattutina frizzante e annebbiano il tuo buon senso con false promesse di salute, perché se corri la mattina ti svegli meglio e poi affronti la giornata in maniera più positiva.

Sono dei gran BUGIARDI. 
La mattina è freddo e quando inizi a correre sudi, il che vuol dire che se togli la giacca che hai sapientemente messo per proteggerti perché dopo un po’ senti caldo, il freddo ti si appiccicherà sulla pelle come un polpo allo scoglio, facendoti sentire anche brutta e viscida come un polpo e esponendoti al pericolo di una possibile febbre.

In più sei attorniata da corridori felici. Sono ovunque, sono come una grande setta di cui sai l’esistenza ma non puoi immaginare che siano così tanti. E sono sorridenti. Tu hai la faccia stravolta in un ghigno informe di fatica e dolore e loro sfoggiano sorrisi degni delle migliori pubblicità di colgate.  E poi parlano. Parlano tra loro, alcuni ti passano davanti 5 volte mentre tu stai ancora affrontando strenuamente il primo giro e parlano come se stessero tranquillamente seduti ad un bar a sorseggiare spritz in allegria. Tu invece credi che i tuoi polmoni cederanno, perché altro che le sigarette, è la corsa che fa male alle vie respiratorie. E alla milza. E ai polpacci. E all’autostima.

Inoltre per aggiungere carbone alla brace, per tornare a casa prima e salvare quello che restava del mio fiato, Sorella ha deciso di prendere una scorciatoia. Peccato che abbia sbagliato strada e ci siamo trovate perse in una landa desolata di campagna circondate da nient’altro che terra rossa e tronchi di ulivi. Io continuavo a maledirmi mentre Sorella cercava di spiegare per telefono a Padre come fossimo arrivate in quel posto barbaro. Io nel frattempo avevo già immaginato che saremmo morte abbandonate a noi stesse, Senza acqua e costrette ad accendere il fuoco con i bastoncini una volta calata la notte.

Alla fine siamo tornate a casa sane e salve e dal momento che ero molto provata, ho subito recuperato le energie con una colazione che più che colazione era pranzo e cena insieme.

Ma vabbè son dettagli.

Ps. Se voi che leggete siete corridori mattinieri convinti non siate offesi, ma non so proprio come facciate. 

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