martedì 9 ottobre 2012

BIBLIOSUPERQUARK - cap 1- GLI ASSIDUI


Come saprete tutti il vero capodanno non è a gennaio ma a settembre-ottobre . A settembre-ottobre  si fanno i buoni propositi, si tenta di ricominciare qualcosa di buono, si fanno diversi giuramenti del tipo  “questa sigaretta sarà l’ultima LO GIURO” e “inizierò a correre LO GIURO” e “seguirò tutte le lezioni all’università LO GIURO” e qualunque intenzione più o meno buona seguita dalle parole “LO GIURO”.

Io il primo ottobre avevo deciso che sarei andata in biblioteca a studiare ogni giorno come l’anno scorso. E lo sto facendo e funziona. Per ora è l’unico buon proposito rispettato. 5 ore di full immersion nello studio che si va in biblioteca perché lì mica puoi parlare. Mica puoi distrarti. Mica hai internet per vedere le serie tv.

La biblioteca è un universo a parte, è un microcosmo fatto di gente che sottolinea grossi libri e fa le pause con caffè scadente e sigaretta con delle sue proprie regole gerarchiche e gruppetti sociali distinti. La biblioteca è uno stile di vita. Ci devi entrare con la testa oltre che col corpo, in biblioteca. 

In linea di massima ci trovi sempre le stesse persone. Ci sono quelli più assidui che vanno ogni giorno che leva il medico di torno, ci sono quelli che vanno a giorni alterni e gli sporadici. Quelli quotidiani hanno il controllo della biblioteca.

Io faccio parte di quelli.
tsk tsk.
I have the powah.
Siamo quelli col potere perché ormai abbiamo colonizzato i tavoli, ognuno ha il suo posto, un po’ come Sheldon Cooper, “that’s my spot” e non si tocca. Gli altri si arrangiano.

Per esempio l’anno scorso  il tavolo a sinistra sotto la finestra era di due ragazze metallare che devono aver finito l’università perché ora quella postazione è vacante. Mi mancherete, con le vostre magliette degli Opeth e dei Cradle of filth.

Ora, immaginate questa biblioteca con dei grandi tavoloni in pvc finto legno suddivisa in 5 zone principali:

In posizione centrale c’è il gruppetto di lingue e lettere  perché lì vicino c’è lo scaffale  dei dizionari  e li puoi sentire sussurrarsi concitati “mi passi l’Il?” oppure “mi prenderesti il Larousse?quello grande. ” e poi fanno sollevamento pesi per sostenerli.

A  destra c’è la categoria “sottolineatori”, armati di evidenziatori di mille colori pronti ad attaccare le pagine bianche per farle diventare fosforescenti. Io li chiamo fluorescent adolescent.

A sinistra ci sono quelli che vengono per sfruttare la connessione gratuita e molti fanno ricerche vere, qualcuno chatta e qualcuno gioca a farmville.

Quelli nel tavolo in fondo non so come apostrofarli. È una sorta di ricettacolo che accoglie tutti, sono misteriosi e giuro che non ho mai visto nessuno di loro scendere per fare una pausa. Rimangono tutti lì chini sui libri fino alla chiusura, isolati dal resto del bibliopopolo.

Al piano superiore  –perché si, abbiamo le aule fatiscenti, ma una biblioteca di ben tre piani in ottime condizioni- ci vanno quelli che devono chiacchierare o ripetere le materie ad alta voce. Essendo salita solo poche volte ai piani alti non ho elementi sufficienti per deliberare. Non li conosco.

Generalmente studi indisturbato per tutto il tempo che vuoi perché è tutto molto silenzioso quasi al limite del noioso. Così tanto che la caduta di una matita per terra può diventare l’evento più eccitante della giornata, da far partire la ola.
 E se un giorno non sei particolarmente vogliosa di studiare tutta quella quiete diventa persino snervante.

Poi però di tanto in tanto arriva gente nuova, gli sporadici.  E certe volte è tutto un programma...

2 commenti:

  1. Io sono una frequentatrice assidua delle biblioteche (da lettrice) e tutte le volte che ci vado mi piace vedere quanti ragazzi ci sono, anche se moltissimi sono collegati con il wifi o stanno fuori a socializzare, fumare, bere caffè ... quelli che studiano per davvero penso siano pochissimi ah ah ah

    www.lostinunderwear.blogspot.it

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  2. quindi anche tu devi essere una di quelle col potere nella tua biblioteca! hahahah! in effetti tra pause e chiacchiere fuori in cortile si è davvero in pochi a studiare per davvero!

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